La pietra da Minestra

Un giorno, un vagabondo, che come tutti i vagabondi era sempre in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, mentre scendeva dal colle dell'Arietta, verso Valprato, si ricordò che da quelle parti abitava una donna piuttosto ingenua; penso' quindi di approfittare di quella ingenuità per riempirsi la pancia. Raccolse da terra una bella pietra e si recò alla baita della donna.
"Buona donna" disse "potreste prestarmi un pentolino con un poco d'acqua?".  "Certo" rispose la donna.

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Ottenuto il pentolino e l'acqua, il vagabondo si mise a lavare la pietra con grande cura.
"Vi date un bel da fare con quella pietra" disse la donna incuriosita. "Questa è una pietra molto particolare, è una pietra da minestra". "Volete dire che con quella pietra si può cucinare una minestra?".
"Un'ottima minestra. Datemi mezzo litro d'acqua, una pentola e un bel fuoco e vi farò vedere come funziona".
La donna senza esitare fece entrare in casa il vagabondo, che, ottenuto quanto richiesto, mise con grande attenzione la pietra nella pentola. Poi con un cucchiaio cominciò a mescolare l'acqua con grande cura.
"Con un po' di sale sarà più saporita" disse il vagabondo.
La donna cercò il sale e ne mise un pizzico nella minestra. "Un poco di farina la renderebbe più densa" disse fra sè il vagabondo. La donna cercò la farina e ne mise un pugno nella minestra, poi incantata si mise a fissare il cucchiaio che girava e la pietra sul fondo che a poco a poco spariva.
"Vedo che avete un osso che sicuramente state per darlo al cane. Qui nella minestra sarebbe meglio valorizzato". In realtà, attaccato all'osso c'era ancora un bel pezzo di carne e la donna non aveva nessuna intenzione di darlo al cane, ma siccome non voleva perdersi niente di quella ricetta, anche l'osso con la carne finì in pentola.
"Due piccole patate e sarà perfetta". La donna seguiva le operazioni così incantata che quasi non si accorse delle sei grosse patate e delle due cipolle che il vagabondo tagliò velocemente e che altrettanto velocemente finirono in pentola.
"Ecco è pronta. Volete assaggiarla?".
"Solo un poco". Assaggiata la minestra la donna disse "Ma è buonissima! Sentite potreste mica vendermela quella pietra?".
"Ve la regalo" rispose il vagabondo, mentre iniziava a mangiare la minestra. "Come siete generoso, ma anch'io non voglio essere da meno". Così la donna regalò al vagabondo un salame, un pezzo di burro, due sigari e una giacca quasi nuova che il marito non metteva più . "Grazie" rispose il vagabondo quando ebbe finita la minestra.  "Ora però devo andare" e corse via contento.
Ma anche la donna era contenta, da quel giorno si vantò con le amiche della sua pietra e delle ottime minestre che grazie a questa cucinava. Ed era vero, siccome ricordava ed eseguiva perfettamente la ricetta del vagabondo, le sue minestre, fatte con la pietra da minestra riuscirono sempre ottimamente.


Questa storia e` stata raccontata  da Claudio Zanotto Contino, Teatro delle trasmigrazioni, durante la sua permanenza a Ronco Canavese avvenuta il 7-8 Agosto 1997,insieme con Geraldina la sommaire.
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